CATIGNANO 24 AGOSTO 2013 ORE 21.00

Tema di quest'edizione "Come vedi il tuo futuro? Giovani, sogni, ambizioni, ostacoli, crisi, lavoro"

25.8.13

I vincitori dell’Edizione 2013 di Incatènati all’Arte

Si è concluso ieri il Festival Incatènati all’Arte. Novità dell’edizione è stata la vetrina pomeridiana di tanti lavori di scrittori abruzzesi (tutte le foto qui), oltre alla consueta premiazione del partecipanti al concorso che ha visto giungere lavori tra i più variegati, poesia, racconto, fotografia, pittura, musica e recitazione, rispettando il tema di questa edizione “Come vedi il tuo futuro? Giovani, sogni, ambizioni, ostacoli, crisi, lavoro”.

Di seguito pubblichiamo i nomi ed i lavori dei vincitori.

1° Premio Poesia

GIAMPIERO MARGIOVANNI

Presa di coscienza


Claustrofobici,
come se attanagliati
tra lame di forbici;
come se intrappolati
tra sabbie mobili;
come se fermati
dall'indomito coraggio
e dalla fame degli ignobili.
Nel paese che
omette i diritti
e riconosce i doveri.
Rosso giallo e verde
i colori dei soldi
come del semaforo,
infatti decidono loro
se resto fermo e muoio
o se vado avanti e miglioro.
Rosso bianco e verde.
La bandiera da cui prendo il volo
anche se resto solo;
chi resta insieme
senza niente poi si perde
quindi m'immolo.
E per staccare
un domani un assegno
oggi stacco un biglietto d'aereo
perché reo di volere
un futuro migliore.
E stacco anche
da quello che ero,
perché stanco della solita lingua
che pronuncia la solita frase.
Cerco il distacco
e con una nuova lingua
della mia vita creo una nuova fase.
E non è la fuga di cervelli,
no, ma è la fuga
per la presa di coscienza di averli.

 

1° Premio Racconto

MICHELE MARINO

La Scelta

Mentre mi avvicino al portone con il civico che cerco, penso ad oggi, al moderno mondo in cui vivo, un mondo attanagliato dalla miseria e dal malessere.
Lo spettacolo che si apre davanti ai miei occhi non è dei più celestiali.
Avrei dovuto farci l’abitudine, ma nonostante l’età non ci si abitua facilmente.
La ragazza era stata sgozzata nella vasca da bagno.
Gli agenti mi chiesero cosa ci facessi li e fu allora che mostrai il mio tesserino di detective.
Guardandosi con aria annoiata mi allontanarono.
Ma io avevo un vantaggio.
Qualche giorno prima mi avevano incaricato di trovare la giovane.
I due ragazzi che entrarono nel mio studio avevano un’aria afflitta e benché spiegassi loro di essere uno scrittore e non un vero detective, e che quel tesserino era solo un vanto che mi ero permesso, non riuscii a non ascoltarli.
Ed era per questo che ero li.
La loro richiesta?
Quella di molti ragazzi, giovani, meno giovani, adulti, anziani, del nostro tempo.
Di questo infernale 2033.
Trovare il lavoro.
Dopo aver farneticato e giocato con le solite frasi di circostanza, mi convinsi ad accettare il caso.
C’era stato un concorso per un posto di vice dogsitter alle dipendenze della figlia di un ricco proprietario immobiliare.
Alla fine la cerchia si era ristretta a pochi candidati ed è qui che i miei clienti, che erano tra questi, avevano cominciato a nutrire dei sospetti.
Un ragazzo che aveva superato i test era rimasto ucciso in circostanze misteriose.
Non potevo deluderli, così mi feci dare la lista dei candidati rimasti per il posto e cominciai a cercarli; e con mio grande sgomento appresi che ad uno a uno erano stati eliminati,uccisi nei modi più svariati.
Questo era il motivo per cui mi trovavo li,nell’appartamento di quella povera ragazza.
Lei era l’ultima della lista, ora non mi restava che andare a cercare i miei giovani clienti e raccontargli tutto.
Mentre il sole entrava supino dalla persiana consunta del mio studio i ragazzi si guardavano spauriti e dubbiosi, non senza prima cercare il mio sguardo, cercando spiegazioni.
Era ovvio, e ora nella loro mente questa idea si faceva strada,che uno dei due era l’assassino.
Ma chi?
Non avevo elementi a sufficienza per capire chi fosse, benché il motivo fosse solare.
Non si poteva perdere un’occasione del genere.
Un lavoro, di questi tempi vale più della vita altrui, perché per molti ormai la vita è un non vivere; senza diritti, senza cure, senza un tetto sulla testa, senza cibo per sfamarsi, senza dignità.
L’unica speranza era trovare un lavoro e trasferirsi sulle colline, nel quartiere-fortezza dove risiedevano gli ultimi ricchi e benestanti…
Beh dicevo che non avevo prove a sufficienza per risolvere il caso e capire chi fosse l’assassino.
Mentivo.
E mentre accarezzavo la mia semi-automatica i ragazzi mi guardavano esterrefatti.
Sparai.
Poverini, non sospettavano neanche che li avrei uccisi.
Avevo mentito su un’altra cosa.
I partecipanti al concorso non li avevo trovati morti, li avevo ammazzati io.
Avevo partecipato a quel concorso ma ero stato scartato.
Il primo della lista degli esclusi.
Ora non ho più nessuno davanti in graduatoria.
Ripulirò lo studio e cesserò l’attività.
Ho quasi sessant’anni, e in questa società senza pensione, devo pensare alla mia vecchiaia.
Finalmente mi trasferirò sulle colline, in quei bei palazzi.
- Pronto? Chiamo per il posto da dogsitter, è ancora libero? -
Una voce soave mi rispondeva.
- Si è ancora libero. Avevamo selezionato per il colloquio una decina di pretendenti ma non si è fatto vivo nessuno -
Ho sessant’anni e finalmente un lavoro.

 

1° Premio Fotografia

EVANDRO PIERDOMENICO

9 dicembre 2012

9 dicembre 2012 _Evandro Pierdomenico

Fotocamera Canon EOS 550D
Esposizione 0,1 sec (1/10)
Aperture f/3.5
Lente 18 mm ISO 400 Exposure Bias 0 EV

Gironzolando per casa appena sveglio trovo questa maschera da schermidore, elemento protettivo ma da battaglia raffinata ed ormai inefficace nonchè un vezzo( a mio parere). Penso che sia stupida. Nel frattempo caffè e letture di giornali vecchi sparsi in giro per casa, di date differenti. Niente di nuovo da mesi e mesi a prte l'imperante fenomeno di decadimento della realtà economica. Collego la fittizia battaglia che si ha ormai nella scherma odierna che non porta a nessuna tangibile vittoria se non autoosannazione e chiusura dell'individuo in sè nel pensare di aver raggiunto dei risultati. In bagno affrontiamo le nostre battaglie leggendo ciò che ci inculcano rimuginando su ciò che ci circonda, osannandolo o odiandolo, ma pur sempre "battendoci" staticamente con i nostri ideali filtrati. Sogni che si infrangono nell'attimo in cui tale momento di raccolta ci porta ad espellere l'unico elemento valido della nostra battaglia sulla tazza ormai già disillusi.

 

1° Premio Pittura

PATRIZIA D’ANDREA

Inevitabile attrazione

Inevitalile attrazione Patrizia D'Andrea

 

1° Premio Musica

Karma/Gianmarco Girolami

La scelta è tua

1° Premio Recitazione

IVEO ORFANELLI

Scene

 

La Pro Loco ringrazia tutti i partecipanti al Festival, gli autori intervenuti nel pomeriggio letterario: Lucio Vitullo, Maria Antonietta Bafile e l’Associazione Arianna di Sulmona, Anna Di Donato, Cinzia Maria Rossi, Lucia Guida, Stefano Carnicelli, Veruska Caprarese, Daniela Quieti e Nicoletta Di Gregorio. Ringraziamo gli espositori estemporanei Cinzia Napoleone, Flavia Pierdomenico e Federica Castelnuovo; Giovanni Di Iacovo Presidente di Giuria che ha anche presentato il suo ultimo romanzo La sindrome dell’ira di Dio e tutti gli altri giurati del Festival: Stefano Carnicelli, Germano Vomero, Veruska Caprarese, Ida D’Andrea e Dino Scocco. Ringraziamo per la collaborazione musicale l’Associazione Culturale Mousichè di Catignano, i maestri Mariangela Carlodalatri e Filippo Piagnani, il pianista Vincenzo Silvestris per la musica regalataci, la Mondadori di Chieti Scalo, l’Amministrazione Comunale e tutti coloro che sono intervenuti all’evento per il piacere di passare una giornata diversa.
Un ringraziamento speciale va ad Alessio Masciulli, anima dell’evento assieme a noi della Pro Loco, per la sua energia, per la sua positività e per la sua voglia di guardare sempre al futuro.

All’anno prossimo.